mercoledì 7 ottobre 2015

Parigi '13



Mangia le pellicine intorno alle unghie con forza e voracità. Le strappa, le sputa. I fogli, la penna, scivola veloce, le parole sono proiettili sparati a gran velocità. Avrà un tic oppure è soltanto nervosa. La vita le sta scivolando addosso dalla testa fino ai piedi. Sente la sua vita passarle dentro come un brivido improvviso."I desideri sono già ricordi" penserà. Passa il tempo tic, il tempo tac. "Non ho tempo. Eppure prima la mano si fermava, prima non ero così agitata. Le mie unghie che fine hanno fatto?". Scrive veloce, sono proiettili velocissimi quelle sue parole,si vede da qui, da lontano,da tempo. "Lo dicevo io che dovevo smetterla di scrivere, che dovevo pensare a viverla questa vita che mi sta scivolando addosso "penserà "scrivere è essere qui" e invece adesso la sta portando da un'altra parte. "Com'è bello fingere che questa pistola che è la mia mente possa sparare realtà. I miei proiettili fanno più male a me, questo fumo che esce dalla canna mi fa pensare che questo mondo che ho creato è una finzione". ("Forse voglio dire che la letteratura fantastica non crede nella realtà? oh se ci crede, ma crede che la realtà sia appunto lei, la letteratura. E come si fa a persuaderla del contrario?" G. Manganelli). Esce fuori con uno scatto fulmineo, forse le manca l'aria o forse ha bisogno di mangiare la neve del mondo. Così, sta lì, immobile sotto il cielo che vomita il suo tempo più dolce, il bianco dell'acqua gelata, il tempo di una città che non vuole contenersi. Anche lei non lo vuole. Vorrebbe che i suoi scatti fossero roba da tutti, che le sue manie fossero comuni. "Le mie parole come neve bianca della purezza reale, come realtà, impossibile. Come ho potuto pensare che l'inchiostro fosse tutto quello che possedevo?". Penserà che vorrebbe vivere del suo scrivere, nel suo scrivere, vivere quello che ogni giorno desidera scrivendo. Mangia le pellicine intorno alle unghie con la voracità di chi ha capito qualcosa di spaventoso. Fuori la neve ricorda al mondo che niente è come sembra. Scrive "sole" sapendo che questo sarà un altro dei suoi proiettili che le faranno male, sapendo che quella pistola potrà colpire soltanto lei. Penserà "anche oggi non vissuto. Ancora, oggi, scrivo "sole" per non vedere la neve".

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