La guardavo continuamente e tutte le
volte pensavo che avrei voluto scrivere per lei una di quelle cose
immense che hanno già scritto tutti, gli altri, quelli bravi. Volevo
prendere tutte quelle parole e appiccicarmele sulla mano, sulla
penna. Non sarebbe stato un furto, un prestito, piuttosto, per una
giusta causa. Avrei usato Roth per dirle " Amo…
amo la tua mente. Amo il modo in cui metti in mostra la tua mente
quando parli" e lei avrebbe socchiuso le labbra e
improvvisamente avrebbe sorriso. Sapevo che non avrebbe mai potuto
scoprirmi, lei che un libro non lo aveva neanche mai comprato. Così
avrei potuto corteggiarla tutto il giorno, tutti i giorni, con frasi
ad effetto e diventare piano piano l'uomo che aveva sempre
desiderato. E si sarebbe sentita l'unica al mondo, amata come
nessun'altra e la mia sarebbe stata una bugia, un prestito per una
giusta causa. Una sera io e Buzzati le avremmo lasciato un biglietto
sotto la porta "Vorrei che tu venissi da me in una sera
d’inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la
solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle
favole, dove si visse insieme senza saperlo" e lei sarebbe corsa
da me, piena e viva.
Infondo
ho sempre pensato che è a questo che servono i libri, a riempire i
vuoti degli altri, quelli che non sanno chiamare le cose con il
proprio nome.
Era amore, lo so. La amavo immensamente, per me oltre al suo contorno non esisteva nient'altro. Il suo pensiero era il più bel libro che fosse mai stato scritto. Anzi, sarebbe stato il più bello se qualcuno fosse riuscito mai a scriverlo. Perché la sua storia, lei non lo avrebbe mai saputo, l'avrebbero scritta gli altri, quelli bravi, che di lei non sapevano nulla. E io per questo sarei stato male, malissimo. Ogni giorno avrei convissuto con il senso di colpa e mi sarei sentito un incapace. Non avrei saputo scrivere di lei e mi sarei appropriato delle parole degli altri. Quasi sicuramente non avrei mai avuto il coraggio di dirglielo e la sua sarebbe stata la storia di un'altra donna. Sono certo però, che l'avrei amata, ogni giorno, tutti i giorni, con il mio cuore anche se la penna sarebbe stata di un altro.
Era amore, lo so. La amavo immensamente, per me oltre al suo contorno non esisteva nient'altro. Il suo pensiero era il più bel libro che fosse mai stato scritto. Anzi, sarebbe stato il più bello se qualcuno fosse riuscito mai a scriverlo. Perché la sua storia, lei non lo avrebbe mai saputo, l'avrebbero scritta gli altri, quelli bravi, che di lei non sapevano nulla. E io per questo sarei stato male, malissimo. Ogni giorno avrei convissuto con il senso di colpa e mi sarei sentito un incapace. Non avrei saputo scrivere di lei e mi sarei appropriato delle parole degli altri. Quasi sicuramente non avrei mai avuto il coraggio di dirglielo e la sua sarebbe stata la storia di un'altra donna. Sono certo però, che l'avrei amata, ogni giorno, tutti i giorni, con il mio cuore anche se la penna sarebbe stata di un altro.
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