giovedì 1 ottobre 2015

Domenica piove


Adesso fermati un attimo e prova a spiegarmi. Me lo devi anche solo per il fatto che io mi sono fermata quella volta sotto la pioggia quando avevi perso le chiavi di casa. Funziona così. Lo devi fare perché io l'ho fatto e ti assicuro che quella volta non me ne fregava niente di te. L'ho fatto e ora lo fai anche tu.
Prova a dirmi dove hai nascosto il mio diario. Non è divertente, lo sai che non posso parlare, che non ne sono capace. L'unica cosa che ho trovato è un foglio stropicciato e ringrazia il cielo che nella borsa ho sempre una Bic di scorta.
Prova a spiegarmi perché hai deciso di aiutarmi. Ti ho detto che non voglio? Che non ce ne è bisogno? Ma soprattutto, come pensi di salvarmi se mi privi dei miei fogli?.
Non sono una di quelle persone da poter mettere su una sedia. Non puoi fare l'analisi della situazione, non con me.
Lo capisco sai se non vuoi toccarmi. Io lo capisco. E tu?
Prova a spiegarmi perché ti ostini a tirare fuori dal cappello il mio coniglio bianco se non hai ancora capito che tipo di mangime preferisce.
Non si fa così. Non si cambia la disposizione del salotto il Lunedì pomeriggio. Lo si fa Domenica mattina insieme, dopo esserci svegliati, insieme. Dopo che io ho letto quello che avevo scritto la sera prima sul diario. Dopo che entrambi ci siamo ricordati del perché abbiamo deciso di cambiare. Dopo che, senza averlo progettato, abbiamo messo il quadro di Magritte vicino alla finestra.
Dopo che, colto da un'improvvisa illuminazione, ti sei ricordato che non mi piace il caffè e nemmeno il Martedì.

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