giovedì 28 settembre 2017

Il vostro tempo, il mio.



Una donna sale e scende le sue scale.
Le copre con l'odore delle sue gambe, le rompe.
Fanno male tante cose. Prima di tutto le braccia e poi le mani.
Si schianta nell'aria densa e pesante.
Fa freddo ma il continuo andare e venire di quei piedi ha creato una cappa intorno a lei e a me.
Stiamo bruciando ma questo non fa male, non a noi.
La donna sale su ed emette un suono che sembra una richiesta di aiuto o di sopravvivenza. Guarda in su e poi ricomincia la sua corsa indecente verso di lui.
Fanno male anche le gambe adesso. Fa male la bocca ma ci baciamo. Che cosa staranno facendo gli alberi su quella montagna? Si amano. Noi ci amiamo.
Sale e scende, si schianta nell'aria, urla, lo bacia.
Il freddo, il fuoco, le foglie e poi il vento e ancora, ancora, ancora.
Quei due si amano, con l'aria nella pelle e nei capelli. Con le cose della vita che girano sopra la testa e non si fermano mai.
Ma chi lo sa cosa fanno gli alberi? Chi lo sa se le nostre cose sono meno importanti delle loro?
Scende, stavolta si ferma davanti a lui e non urla più.
Sta arrivando l'inverno, ghiacceranno i nostri occhi, saremo vagabondi in un mondo che ci ha abbandonati ma saremo io e te, e gli alberi.
Quei due si amano e non fanno niente per nasconderlo.
Una donna sale e scende le sue scale, senza fiato, senza affanno.
Le sue gambe sono le tue. Le mie gambe sono tue. Corro, corre.
Fanno male tante cose, tranne questa.

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