Una donna sale e scende le sue scale.
Le copre con l'odore delle sue
gambe, le rompe.
Fanno male tante cose. Prima di tutto le braccia e poi
le mani.
Si schianta nell'aria densa e pesante.
Fa freddo ma il continuo
andare e venire di quei piedi ha creato una cappa intorno a lei e a me.
Stiamo bruciando ma questo non fa male, non a noi.
La donna sale su ed
emette un suono che sembra una richiesta di aiuto o di sopravvivenza. Guarda in su e poi ricomincia la sua corsa indecente
verso di lui.
Fanno male anche le gambe adesso. Fa male la bocca ma ci
baciamo. Che cosa staranno facendo gli alberi su quella montagna? Si
amano. Noi ci amiamo.
Sale e scende, si schianta nell'aria, urla, lo
bacia.
Il freddo, il fuoco, le foglie e poi il vento e ancora, ancora,
ancora.
Quei due si amano, con l'aria nella pelle e nei capelli. Con le
cose della vita che girano sopra la testa e non si fermano mai.
Ma chi
lo sa cosa fanno gli alberi? Chi lo sa se le nostre cose sono meno
importanti delle loro?
Scende, stavolta si ferma davanti a lui e non
urla più.
Sta arrivando l'inverno, ghiacceranno i nostri occhi, saremo
vagabondi in un mondo che ci ha abbandonati ma saremo io e te, e gli
alberi.
Quei due si amano e non fanno niente per nasconderlo.
Una donna
sale e scende le sue scale, senza fiato, senza affanno.
Le sue gambe
sono le tue. Le mie gambe sono tue. Corro, corre.
Fanno male tante cose,
tranne questa.
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